lunedì 19 ottobre 2009

the p.s. manifesto


The p.s. is the post scriptum of the Italian University system. She lives at its margin and is almost invisible. She is one of the many examples of p.s.es struggling in an academic world where merit, in most cases, does not exist. She works as a temp prof but to survive and pay for the expenses of her research, she also works in a cafe. She lives with her ‘unconsciously’ misogynist father and brother. It is a 'she' because precarity affects women in a different way with respect to men.
The use of the English language is political as this strip is aimed to travel beyond national borders. The form is as precarious as the content, therefore the style is intentionally imprecise and minimal. The paper I use to draw the strips is common paper of different kinds, like wrapping paper, sketchbook paper or notebook ruled paper.

ps- although she bears some similarities with my life, she is not an authobiographical character.

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La p.s. è il post scriptum del sistema universitario italiano. Vive ai suoi margini ed è quasi invisibile. È uno dei molti esempi di p.s. che lottano in un mondo accademico dove il merito, nella maggior parte dei casi, non esiste. Lavora come professore a contratto ma per vivere e pagare le spese della ricerca, lavora anche in un bar. Vive con un padre e fratello 'inconsciamente' misogini. È una 'lei' in quanto la precarietà influisce sulla vita delle donne in maniera diversa rispetto a quella degli uomini.
L’uso dell’inglese è politico poiché l’idea di questa striscia è che viaggi oltre i confini nazionali. La forma è precaria come il contenuto, quindi lo stile è intenzionalmente impreciso e minimale. La carta che uso per disegnare le strisce è carta comune di tipi differenti, come la carta da pacchi, la carta per fare schizzi o la carta dei quadernoni a righe.

ps- anche se ha aspetti in comune con la mia vita, non è un personaggio autobiografico.

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