Il Natale? È solo un altro modo per tenerci buoni/e!
venerdì 19 dicembre 2014
lunedì 15 settembre 2014
difficult to find
difficult to find [difficile da trovare]
- Mi piacerebbe molto leggere i tuoi saggi, mia cara, ma, sai, sono così difficili da trovare, pubblicati come sono da case editrici oscure e non ben distribuiti!
- Perché non me ne chiedi una copia?
domenica 15 giugno 2014
Il mondo deve sapere
Michela Murgia, Il mondo deve sapere, Milano, ISBN, (e.o. 2006) 2010.
Nato come blog, questo testo è presto divenuto un cult, in quanto uno dei primi a rivelare ciò che si cela dietro e dentro i call centre, luoghi esemplari (su questo aspetto ci sarebbe da approfondire, ma per ora non lo faccio) del lavoro postfordista, ossia di quel lavoro che caratterizza la società odierna e che, a differenza di quello fordista, fatto di una divisione abbastanza netta fra tempo di lavoro e di non lavoro, oltre che di un contratto nazionale che garantiva dei diritti, scardina e mescola la divisione di cui sopra e azzera la questione dei diritti con contratti che fanno acqua da tutte le parti. È scritto benissimo e con ironia al vetriolo.
È un testo autobiografico dove la protagonista dal nome fittizio di Camilla racconta la sua vita all'interno del call centre della Kirby, un'azienda statunitense che promuove la vendita porta a porta di un aspirapolvere supertecnologico. Vi sono le telefoniste (tutte rigorosametne donne) che devono convincere le casalinghe a prendere un appuntamento in modo che gli addetti (quasi tutti uomini) alla vendita possano mostrare di persona l'aggeggio. L'organizzazione funziona secondo regole di marketing estremizzato e surreale dove riunioni motivazionali vengono affiancate da un training che insegna come parlare, "mai porre una frase in modo negativo. La parola no non deve mai comparire in nessuna delle sue varianti", a sorridere (perché al di là della cornetta si vede e si sente se uno sorride oppure no) e a gestire ogni tipo di obiezione: "quando la signora espone un suo dubbio o problema, dichiarate esplicitamente di condividerlo, perché vivere le stesse situazioni avvicina le persone e la signora deve vedere in voi un'amica che la capisce".
Ricalcando il blog, il libro è composto da brevi articoli titolati in modo significativo e sempre, sempre con un sarcasmo azzeccatissimo. I nomi dei personaggi rendono perfettamente l'atmosfera, BillGheiz è il capo, Hermann l'addetta alla supervisione delle telefoniste, gli Shark gli addetti alla vendita e così via. Agghiacciante è la descrizione di come venga fatta pressione sulle telefoniste per far aumentare la loro produttività: si esalta la più brava non tanto per ripagarla del lavoro fatto, quanto per far sentire le altre delle persone insignificanti e per licenziare quelle che proprio non riescono a migliorare il loro rendimento, "a nessuno di questi cosiddetti perdenti viene dato modo di salutare i colleghi, per timore che abbiano a svelare le loro demotivanti motivazioni al gregge delle 'persone di successo'. Così spariscono venditori e spariscono telefoniste".
Come sottolinea Murgia stessa in questo video, il contratto a progetto permette la "manipolazione delle relazioni" e la possibilità di ricattare i lavoratori senza che essi possano ribattere, cosa che avviene anche in professioni considerate 'più nobili' come quella dei giornalisti. Da questo libro è stato tratto il film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti, di cui parlerò in un altro pezzo.
Nato come blog, questo testo è presto divenuto un cult, in quanto uno dei primi a rivelare ciò che si cela dietro e dentro i call centre, luoghi esemplari (su questo aspetto ci sarebbe da approfondire, ma per ora non lo faccio) del lavoro postfordista, ossia di quel lavoro che caratterizza la società odierna e che, a differenza di quello fordista, fatto di una divisione abbastanza netta fra tempo di lavoro e di non lavoro, oltre che di un contratto nazionale che garantiva dei diritti, scardina e mescola la divisione di cui sopra e azzera la questione dei diritti con contratti che fanno acqua da tutte le parti. È scritto benissimo e con ironia al vetriolo.
È un testo autobiografico dove la protagonista dal nome fittizio di Camilla racconta la sua vita all'interno del call centre della Kirby, un'azienda statunitense che promuove la vendita porta a porta di un aspirapolvere supertecnologico. Vi sono le telefoniste (tutte rigorosametne donne) che devono convincere le casalinghe a prendere un appuntamento in modo che gli addetti (quasi tutti uomini) alla vendita possano mostrare di persona l'aggeggio. L'organizzazione funziona secondo regole di marketing estremizzato e surreale dove riunioni motivazionali vengono affiancate da un training che insegna come parlare, "mai porre una frase in modo negativo. La parola no non deve mai comparire in nessuna delle sue varianti", a sorridere (perché al di là della cornetta si vede e si sente se uno sorride oppure no) e a gestire ogni tipo di obiezione: "quando la signora espone un suo dubbio o problema, dichiarate esplicitamente di condividerlo, perché vivere le stesse situazioni avvicina le persone e la signora deve vedere in voi un'amica che la capisce".
Ricalcando il blog, il libro è composto da brevi articoli titolati in modo significativo e sempre, sempre con un sarcasmo azzeccatissimo. I nomi dei personaggi rendono perfettamente l'atmosfera, BillGheiz è il capo, Hermann l'addetta alla supervisione delle telefoniste, gli Shark gli addetti alla vendita e così via. Agghiacciante è la descrizione di come venga fatta pressione sulle telefoniste per far aumentare la loro produttività: si esalta la più brava non tanto per ripagarla del lavoro fatto, quanto per far sentire le altre delle persone insignificanti e per licenziare quelle che proprio non riescono a migliorare il loro rendimento, "a nessuno di questi cosiddetti perdenti viene dato modo di salutare i colleghi, per timore che abbiano a svelare le loro demotivanti motivazioni al gregge delle 'persone di successo'. Così spariscono venditori e spariscono telefoniste".
Come sottolinea Murgia stessa in questo video, il contratto a progetto permette la "manipolazione delle relazioni" e la possibilità di ricattare i lavoratori senza che essi possano ribattere, cosa che avviene anche in professioni considerate 'più nobili' come quella dei giornalisti. Da questo libro è stato tratto il film di Paolo Virzì, Tutta la vita davanti, di cui parlerò in un altro pezzo.
venerdì 2 maggio 2014
about
I am a precarious knowledge worker.
Appartengo alla generazione che Monti ha definito la 'generazione perduta', quella senza speranza e senza futuro.
La precarietà è la mia debolezza, esserne consapevole è la mia forza.
È possibile cambiare le cose? Sì e no. Occorre lavorare sull'immaginario e decostruire certe dinamiche di potere.
Il fumetto è esemplare in questo senso, perché capace di esprimere in modo diretto (coniugando linguaggio visivo e verbale) anche concetti complessi. Il disegnare (sono autodidatta) mi accompagna da piccola e si è sempre rivelato uno strumento di elaborazione critica della realtà (qui un piccolo esempio che concerne la danza e, più nello specifico, lo scrivere sulla danza, che è uno dei campi di cui mi occupo).
Sono molte altre cose, qui un panorama più 'ufficiale'.
Per info potete scrivermi a: theps09@gmail.com
I belong to the generation that the ex Italian Premier Monti defined 'lost generation', because it is without hope and future.
Being precarious is my weakness, being aware of that is my strength.
Is it possible to change things? Yes and no. We need to work on images and deconstruct some power dynamics.
Is it possible to change things? Yes and no. We need to work on images and deconstruct some power dynamics.
Comics
are exemplary in this sense, because they are capable of expressing
even complex concepts in a direct way (combining visual and verbal
languages). Drawing (I am a self-taught cartoonist) has been with me
since childhood and has always represented a tool to critically
elaborate reality (here a small example that deals with dance and, more specifically, with dance writing, one of the fields I am interested in).
I am a lot of other thngs, here a more 'official' overview.
For info you can write at the following address: theps09@gmail.com
Sono una lavoratrice precaria della conoscenza.Appartengo alla generazione che Monti ha definito la 'generazione perduta', quella senza speranza e senza futuro.
La precarietà è la mia debolezza, esserne consapevole è la mia forza.
È possibile cambiare le cose? Sì e no. Occorre lavorare sull'immaginario e decostruire certe dinamiche di potere.
Il fumetto è esemplare in questo senso, perché capace di esprimere in modo diretto (coniugando linguaggio visivo e verbale) anche concetti complessi. Il disegnare (sono autodidatta) mi accompagna da piccola e si è sempre rivelato uno strumento di elaborazione critica della realtà (qui un piccolo esempio che concerne la danza e, più nello specifico, lo scrivere sulla danza, che è uno dei campi di cui mi occupo).
Sono molte altre cose, qui un panorama più 'ufficiale'.
Per info potete scrivermi a: theps09@gmail.com
giovedì 1 maggio 2014
numeri 4 e 5 di Aspirina
giovedì 6 febbraio 2014
daughter
Daughter [figlia]
- Mia cara, ti sei occupata così bene di tuo padre quando stava male, sei stata dvvero brava!
- Beh, grazie, ma è stata dura, ho dovuto smettere di fare ricerca, di scrivere, di uscire...
- Mia cara, queste sono stupidaggini, sei sua figlia. È tuo dovere occuparti di lui!
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